In passato, la doccia è stata protagonista delle commedie italiane, tra sensualità, risate ed equivoci. Molte scene sotto il getto d’acqua sono diventate cult che hanno segnato un’epoca, contribuendo a rendere il box-doccia protagonista della nostra routine di benessere.
Negli anni ‘70, il cinema italiano ha vissuto una stagione d’oro grazie alle celebri commedie all’italiana. Tra battute sagaci, equivoci irresistibili e situazioni grottesche, c’era un elemento ricorrente che ha lasciato un segno nell’immaginario collettivo: la doccia. Questo semplice gesto quotidiano si è trasformato in un vero e proprio simbolo di seduzione, ironia e, talvolta, di critica sociale.
La doccia come scena cult
Le scene della doccia nelle commedie italiane degli anni ‘70 non erano mai casuali. Al contrario, rappresentavano spesso un momento chiave per la narrazione, utilizzato per suscitare risate o per stuzzicare il pubblico con una nota di sensualità voyeuristica. Chi non ricorda le procaci Edwige Fenech, Gloria Guida, Nadia Cassini o Annamaria Rizzoli avvolte nel glamour del vapore, o Barbara Bouchet intenta a sistemarsi sotto il getto d’acqua? Questi frame non solo catturavano l’attenzione degli spettatori, ma diventavano anche un pretesto per costruire gag memorabili e situazioni di forte impatto visivo.
Un espediente comico e narrativo
Oltre all’aspetto estetico, la doccia diventava anche un espediente comico. Film come quelli della saga di Fantozzi sfruttavano la doccia per creare momenti di puro umorismo: basti pensare alle disavventure del ragioniere con l’acqua bollente o ai continui contrattempi che trasformavano un semplice lavaggio in una gag esilarante. La comicità fisica e il gioco degli equivoci dominavano in queste scene, rendendole indimenticabili.
Doccia e critica sociale
Alcune sequenze della doccia, oltre a essere un elemento di divertimento o fascino, erano anche una rappresentazione della società del tempo. La doccia come momento privato e intimo veniva spesso interrotto da intrusioni improvvise, simboleggiando un’epoca in cui i confini tra sfera pubblica e privata erano in continua ridefinizione. Le commedie sexy all’italiana, in particolare, giocavano su questo aspetto, offrendo una riflessione (seppur leggera) sui costumi e sulle ipocrisie dell’Italia dell’epoca. Solo per citare un paio di esempi, nel film L’insegnante (1975), la doccia di Edwige Fenech viene interrotta da intrusioni imbarazzanti, riflettendo la costante ridefinizione tra sfera privata e pubblica nell’Italia dell’epoca. Allo stesso modo, in La liceale (1975), Gloria Guida è vittima di sguardi indiscreti, una gag ricorrente che ironizza sulle ipocrisie e sulle contraddizioni culturali di quegli anni.
Se oggi il concetto di doccia si è evoluto ed è così ben radicato nelle nostre case, diventando simbolo di comfort e benessere, lo si deve anche alla sua iconicità, costruita nel tempo anche grazie a scene cult che sono rimaste nell’immaginario collettivo.