L’arredobagno gioca in attacco

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Un rapido giro di ricognizione tra i dati presentati dalla principale associazione di categoria per una valutazione dello stato di salute di un settore vitale della produzione italiana.

Secondo i dati diffusi da Assobagno il settore dell’arredobagno italiano si conferma dinamico e vitale, nonostante le sfide complesse che hanno caratterizzato questo ed altri settori del manifatturiero già colpiti dalla pandemia e oggi alle prese con le difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime e con i conseguenti aumenti del prezzo e diminuzione della marginalità.
I rincari su legno, alluminio, acciaio, rame e ceramica sono infatti a 2 o 3 cifre (fino al 120%), stesso discorso per l’energia (che incide su produzione e movimento merci), ciononostante, le vendite nel primo semestre del 2021 hanno registrato un + 47% rispetto all’anno precedente. Per quanto si tratti di un dato poco indicativo visto il “fermo globale” dovuto al Covid19 nello stesso periodo del 2020, il dinamismo di questo mercato si sta confrontando con una contrazione abbastanza vicina al 9% che però evidenzia alcuni elementi strutturali su cui vale la pena riflettere in senso strategico.
La particolare conformazione delle nostre imprese, di piccole-medie dimensioni, ha fatto sì che con qualche tirata di cinghia le aziende più sane e propositive siano comunque riuscite a resistere, utilizzando i momenti di ferma per studiare nuovi prodotti, organizzare meglio il lavoro e l’approccio al mercato, mettere mano alla comunicazione e promuovere formazione per i tecnici, per essere pronti alla riapertura una volta finita l’emergenza.
La strategia ha funzionato, soprattutto nei confronti dei mercati esteri che hanno dimostrato di apprezzare le qualità estetiche e di funzionalità dei nostri prodotti trainando il mercato e confermando la leadership italiana.
Il confronto, rispetto al primo semestre del 2019 è favorevole, registrando una crescita del 6,4%. Sul podio per volume d’acquisto la Germania (con poco meno di 100 mln di Euro), seguita dalla Francia (95 mln) e dal Regno Unito (30 mln nonostante la Brexit!). Svizzera e USA sono gli altri principali mercati che hanno scelto un bagno arredato secondo il gusto italiano.
Sul fronte interno gli incentivi legati all’efficientamento energetico con il contributo del 110% e gli ecobonus hanno portato l’attenzione sulla casa, stimolando interventi anche negli interni e quindi nell’ambiente bagno che ha usufruito anche del “bonus idrico” destinato alle famiglie per l’installazione di sistemi idrici a basso consumo di acqua. Anche in questo caso la sostituzione di rubinetteria si è portata dietro interventi strutturali coinvolgendo arredi, rivestimenti e box-doccia.
Sono circa 800 le aziende che oggi compongono il settore italiano dell’arredobagno (che include anche il comparto delle ceramiche sanitarie), impiegando circa 22.400 addetti. Il 94% del fatturato è realizzato da Società di capitali a cui è affidata la ripresa del settore e, la riapertura in presenza di alcuni eventi come Il Salone del Mobile (nella nuova versione Supersalone) di Milano, o il Cersaie a Bologna, hanno offerto una fotografia positiva e ottimista che lascia ben sperare per il futuro.

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