C’è chi parte per Glastonbury con una tenda e una mantella anti-pioggia, chi sogna le luci ipnotiche di Tomorrowland, e chi si ritira nel deserto del Nevada per cercare sé stesso al Burning Man. Ma una domanda unisce tutti: come ci si lava durante i festival open-air?
In un’epoca in cui benessere e sostenibilità sono diventati valori trasversali – dal design del bagno domestico fino alle esperienze collettive outdoor – anche i grandi eventi internazionali si trovano ad affrontare il tema dell’igiene personale con soluzioni sempre più strutturate, tecnologiche e, perché no, confortevoli anche sotto le stelle.
Benvenuti nel mondo dei bagni da festival: un excursus curioso tra docce solari, container modulari, aree VIP climatizzate e… salviette umidificate come moneta sociale.
Glastonbury (UK): tra fango, musica e toilette compostabili
Icona assoluta dei festival europei, Glastonbury accoglie oltre 200.000 persone nella campagna inglese del Somerset. Le docce pubbliche gratuite ci sono, ma sono poche e con code da maratona. Molti si affidano ancora alla “wash with wet wipes”. Ma c’è anche chi prenota il campeggio VIP con container igienici privati, docce calde e spa olistiche. Un’evoluzione necessaria, senza perdere l’anima hippie del raduno.
Burning Man (Nevada): nudità, polvere e auto-organizzazione
Nel deserto più arido degli USA, non esistono docce pubbliche. Ogni campo è autonomo: alcuni installano docce a evaporazione con sistemi a ricircolo; altri si affidano a rituali collettivi o all’uso di bottiglie d’acqua. La raccolta delle “acque grigie” è obbligatoria. È un’esperienza radicale che rifiuta il consumismo, ma riflette anche sul rapporto tra corpo, ambiente e risorse.
Tomorrowland (Belgio): la città della musica elettronica
Qui tutto è organizzato al millimetro. Nell’area “Dreamville” ci sono docce calde gratuite in moduli prefabbricati, bagni puliti in modo continuativo e pacchetti comfort per chi vuole il massimo. È un festival che, più che un campeggio, somiglia a una fiera del design… elettronico. Il benessere è parte integrante dell’esperienza.
Wacken Open Air (Germania): heavy metal e acqua bollente
Il regno del metal prevede docce a pagamento (2-3€) in strutture mobili pulite e ben gestite. Molti campeggiatori “hardcore” scelgono la doccia solo a fine festival, ma chi non rinuncia al comfort può prenotare un glamping con bagno personale. Anche l’estetica hard rock ha un cuore igienico.
Coachella (California): servizi deluxe e look instagrammabile
Qui la toilette è… fotogenica. Docce gratuite, bagni VIP climatizzati, beauty lounge e zone make-up. Coachella ha compreso che il “bagno da festival” non è più solo una necessità, ma un luogo di cura, relax, perfino narcisismo. Chi ama il design troverebbe soddisfazione anche solo nel guardaroba delle toilette.
Boom Festival (Portogallo): eco-spiritualità e riciclo intelligente
Questo festival alternativo punta tutto sulla sostenibilità: docce solari, toilette a compostaggio, trattamento on-site delle acque. Le strutture sanitarie sono minimali ma intelligenti, costruite in materiali naturali, integrate nel paesaggio. Il bagno diventa luogo di “connessione con la terra”.
Fringe di Edimburgo (Scozia): arte urbana, igiene urbana
Non è un campeggio classico, ma con migliaia di artisti di strada e performer accampati per settimane, il tema c’è. L’igiene si risolve spesso in docce pubbliche comunali, ostelli o case condivise. Meno glamour, ma la cultura urbana si adatta.
Sziget Festival (Budapest): l’isola della libertà… e delle docce pulite
Uno dei festival musicali più amati d’Europa, ospitato sull’isola Óbuda nel Danubio. Oltre 500.000 persone in una settimana, con un’organizzazione eccellente e docce gratuite e spaziose per tutti i campeggiatori. Superata l’epoca dello spartano spazio collettivo tipo autolavaggio, adesso c’è anche un “Upgrade camp” con aree riservate, docce private e accesso veloce. Bagni chimici, container sanitari, e una zona “wellness” con spa e sauna.
Dal Festival alla Casa: l’evoluzione dell’igiene è condivisa
Se i festival musicali riflettono lo spirito del tempo, il tema dell’igiene personale – una volta secondario – è diventato oggi una componente esperienziale centrale.
Nel bagno di casa, come in quello temporaneo di un festival, si cerca funzionalità, sostenibilità e benessere. Le docce diventano spazi di rinascita; i materiali – acciaio, legno, pietra – dialogano con l’ambiente. E anche fuori casa, tra tende, polvere e musica, l’architettura della cura prende forma.
Perché anche in mezzo a migliaia di sconosciuti, la voglia di sentirsi bene – e puliti – non va mai in vacanza.