L’azienda bolognese di box-doccia Bianchi & Fontana non opera solamente per i settori dell’hotellerie, delle abitazioni private e degli yacht, ma anche per progetti legati alle navi da crociera, un settore nel quale i parametri cambiano radicalmente rispetto a nautica e yacht. Ce ne parla il “capitano” Alberto Bianchi, CEO dell’azienda.
D: Come si approccia un mercato come quello delle navi da crociera?
R: Le navi da crociera prevedono spazi enormi e tante aree destinate ai propri passeggeri. Per quanto riguarda i box-doccia, esistono due modi per affrontare questo segmento del mercato. Uno riguarda i box-doccia destinati al deck spa, l’altro invece è quello delle singole suite. Queste due zone della nave hanno caratteristiche diverse che si riflettono sul tipo di box, sulle modalità di lavoro e sulle tempistiche di consegna. Lo spartiacque principale fra i due differenti ambienti consiste nella serialità che riguarda le suite, e l’alto livello di customizzazione richiesto invece dai box destinati agli ambienti spa.
D: Partiamo allora dai box-doccia per il deck spa, in cosa si differenziano dalle camere?
R: Per i deck spa vince l’approccio “sartoriale”, volto a individuare la soluzione più adatta alle esigenze del cliente che sovente richiede un alto tasso di originalità e unicità. Proprio per questo, le tempistiche risultano essere più lunghe, con almeno 60 giorni per l’elaborazione del progetto che viene fatto solo ed esclusivamente dopo aver preso le misure e fatto i rilievi necessari on site. In questi progetti conta però non solo la precisione ma anche l’ingegno e il problem-solving che in alcuni casi ci ha consentito di adottare soluzioni inusuali. Per esempio, per le navi da crociera Princess abbiamo fornito i nostri box-doccia in acciaio inox con vetri decorati a disegno e dimensioni fatte su misura. La richiesta di misure fuori standard ci ha costretti a trovare soluzioni diverse al plastico satinato per creare le decorazioni interne, inserite fra i due fogli di vetro. Per queste navi abbiamo realizzato box-doccia destinati alle sale treatment singole e di coppia, le zone bagno turco con tre chiusure (caldarium, hammam e laconium) e gli spogliatoi maschili e femminili, dove per ognuna di queste sale erano previste soluzioni dimensionali diverse.
D: E per quanto riguarda invece le camere e le suite?
R: In questo caso il discorso è totalmente diverso. Infatti, il lavoro che sta dietro alle camere è un lavoro in serie che richiede tempistiche minori, dove vince il prezzo. I box-doccia vengono quindi spediti al cantiere navale o, più spesso, al fornitore che fa camere e bagni prefabbricati e, una volta che questi sono inseriti nella struttura della nave, vengono attivati i collegamenti a elettricità, acqua e scarico, rendendo operative e funzionali le stanze. Questo è possibile proprio perché la richiesta è ad alta standardizzazione. In questo ambito abbiamo lavorato per le navi della linea Silver realizzando circa 300 camere per ogni nave. La difficoltà in questo caso è che i margini sono risicati e, in caso di problema o imprevisto, questo si moltiplica rischiando di compromettere o rallentare la produzione in serie.
D: Come sappiamo l’ambito nautico richiede alti standard di sicurezza e di tenuta dell’acqua che si riflettono ad esempio nella scelta del tipo di chiusura. È così anche per le navi da crociera?
R: Non proprio. Sicuramente la sicurezza e l’incolumità di chi utilizza i nostri box-doccia in crociera è sempre al primo posto e in questo senso normalmente anche qui si tende a prediligere l’anta battente, ma, essendo la nave da crociera molto più grande e stabile di uno yacht, il movimento di oscillazione è nettamente inferiore al rollio e beccheggio degli scafi più piccoli alle prese con il mare mosso, e quindi in questo caso possiamo proporre, se richiesti, anche altri sistemi di chiusura, comprese quelle scorrevoli.