Condividere la doccia è una prova di resistenza (e d’amore) spesso sottovalutata. Dalla coppia ai coinquilini, ecco una guida ironica per sopravvivere tra shampoo condivisi e invasioni faunistiche.
La doccia è, teoricamente, un momento personale. Intimo. Quasi sacro.
Teoricamente perché, nella vita reale, condividere il bagno (e in particolare il box-doccia) con altri esseri umani può trasformarsi in un’esperienza al limite della sopportazione zen.
Coppie, coinquilini, figli piccoli: ognuno ha un suo stile, le sue abitudini e soprattutto idee molto “personali” su cosa significhi “lasciare la doccia pulita”. Ecco allora una piccola guida di sopravvivenza per mantenere la pace anche quando non sei l’unico sovrano del regno di vetro e vapore.
Capitolo I: La convivenza di coppia
Lei ha sei prodotti solo per i capelli, tutti con etichette minimaliste e la stessa identica bottiglia. Lui è calvo e ha un solo flacone multiuso “doccia-viso-auto-viaggi-fogli di giornale”, rigorosamente in formato industriale XXL. Gli oggetti di lei sono ordinati per altezza, quelli di lui, infilati ovunque capiti. Lei si lava in modalità rituale. Lui entra, esce, e ha già finito prima che il vetro si appanni.
Eppure, condividono tutto. Anche il portasapone. È amore. Ma anche una piccola guerra fredda idrica.
Capitolo II: La famiglia con bambini
Chi non ha mai calpestato una paperella gialla alle 7 del mattino, non sa cos’è il pericolo.
Con figli piccoli, il box-doccia si trasforma nel più vivace parco giochi del mondo. Ci sono giochi a ventosa ovunque, shampoo al profumo di fragola e misteriosi aloni colorati che forse erano un bagnoschiuma, o forse importantissimi esperimenti scientifici degni di Einstein.
Se riesci a farti una doccia di cinque minuti senza interruzioni né intrusioni, vinci un premio: si chiama “illusione”.
Capitolo III: I coinquilini
La frontiera più estrema. Nessuno sa mai esattamente cosa succeda sotto la doccia dell’altro, ma i segni sono chiari: capelli ovunque, pavimento sempre bagnato, e prodotti misteriosi mai visti prima.
Tu compri il tuo balsamo preferito, lo lasci lì, torni il giorno dopo ed è mezzo finito.
Il vetro del box? Un murales di calcare, a metà fra un’opera d’arte incompresa e il degrado cosmico.
In questi casi non serve solo tolleranza: serve un box facile da pulire, come quelli B&F.
Regola d’oro: rispetta il regno altrui
Che tu viva in due, in tre o in sei, ci sono alcuni comandamenti non scritti che tutti dovrebbero rispettare per evitare una guerra civile combattuta a colpi di spruzzino e con un’armatura di accappatoio:
– Mai uscire dalla doccia lasciando il pavimento in modalità “piscina olimpionica”.
– Mai usare la spugna di qualcun altro (anche se “sembrava nuova”).
– Mai “dimenticare” il tappetino fuori posto. Pena? Un lungo processo dal quale non potrai sottrarti.
– E soprattutto: non criticare mai chi canta. Anche se stona. Sotto la doccia è lecito sentirsi una popstar.
Condividere il bagno è difficile, lo sappiamo, ma con un box spazioso, resistente e bello da vedere, la convivenza diventa un po’ più sopportabile. O almeno, ti fa passare la voglia di cambiare casa solo perché qualcuno ha appeso l’accappatoio o l’asciugamano al gancio sbagliato. E poi diciamolo: la vera prova di una relazione solida non è vivere insieme, è condividere la doccia.